A Siena fino al 20 ottobre c’è la mostra “di segni e di sogni” di Lorenzo Marini, presso il museo Santa Maria della Scala. Abbiamo voluto vederla per cercare di raccontarvela. Tema centrale le lettere liberate, nelle loro più varie dimensioni linguistiche. Le lettere sono segni che formano parole, le parole insieme formano significati, diversi a seconda dell’idioma. 5 momenti caratterizzano la mostra: storie visive dell’alfabeto ricreato da Lorenzo Marini.
Personale con 22 opere mixed media on canvas, con le ricerche dell’artista sul type e sugli alfabeti.
Monolitype è la Video Installazione Led Wall 3mtx2mtx1mt: un totem parlante, in cui le parole escono dal cuore pulsante del monolite. La musica del pianoforte è stata creata da Mariella Nava.
Writetype è l’installazione ad altezza variabile 80cm×80cm, che rappresenta una tastiera senza uno schema predefinito, senza tasti specifici e colorata. Una tastiera scomposta dentro la quale ci si può immergere.
Mirrortype è l’installazione di acciaio specchiato 4mt×4mtx3mt: parete, soffitto, pavimento, in cui tutto è riflesso. 7 lettere, scelte casualmente tra le 26 del nostro alfabeto, sono sospese in uno spazio senza dimensione, in cui tutto guarda tutto.
Squaretype formata da 35 Type circolari in moquette gommata. Bolle colorate in un ventaglio di mattoni rossi e travertino, segnali alfabetici in ordine sparso in cui ognuno può leggere un significato personale.
Lorenzo Marini, noto pubblicitario, è un artista italiano che vive e lavora fra Milano, Los Angeles e New York. Nel 2016 Marini ha un’intuizione artistica che lo porta a celebrare la bellezza delle lettere. Nel 2017 crea il “Manifesto per la liberazione delle lettere” diventando, di fatto, il caposcuola di un nuovo linguaggio artistico: quello di dedicare ad ogni singola lettera dell’alfabeto un’opera, liberando così le lettere dall’obbligo della funzione, per celebrarne la pura bellezza intrinseca.