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Maurizio Costanzo: in radio “Mia madre ha il Parkinson”, il secondo singolo dell’album. 

Maurizio Costanzo, cantautoreDa dicembre in rotazione radiofonica il secondo singolo del disco “La faccia delle persone” (Parametri Musicali), lavoro discografico del cantautore bolognese (d’origine calabrese) Maurizio Costanzo.

Brano dal forte sentimento autobiografico in cui l’artista riflette sulla sua esperienza accanto a una persona costretta a vivere con una malattia degenerativa, evidenziando il punto di vista di un figlio che assiste al lento e costante declino delle capacità cognitive della madre. “Dimmi cosa posso fare / sono il figlio di una bambola che ha sete e fame / le dita aggrovigliate e gli occhi che non hanno pace / si muovono per farsi capire”, recita il testo. Un brano dalla profondissima sensibilità melodica e tocco raffinato, un linguaggio personalissimo, originale, capace di raccontare con precisione la sfera affettiva privata. Emerge soprattutto – senza sentimentalismi – il lato distruttivo della vita: “negli angoli della ragione / le tue frasi non hanno più voce / si confondono col soffio del vento / in un giorno, in un gesto o nel silenzio”.

“Mia madre ha il Parkinson” è la quinta traccia dell’album “La faccia delle persone”, che contiene al suo interno ricordi, esperienze personali, emozioni vissute. Arrangiamenti costituiti da una successione di sonorità acustiche ed elettroniche, amalgamate tra loro, che aiutano a far emergere in modo netto il significato delle parole. Mentre la copertina del disco è un racconto che sintetizza il contenuto dei brani registrati: la foto, infatti, ritrae i diversi travestimenti di Costanzo, che di volta in volta si presenta nei panni di un impiegato, di un turista, di un prete, di un teppista, di un clochard, di un marinaio, di una donna. Un’immagine che rappresenta le diverse personalità insite in ognuno di noi.

Amori passati o sempre attesi, nostalgie che segnano le nostre giornate, labili confini tra gioia e dolore, esortazioni a vivere come se fosse sempre l’ultimo giorno e discreta capacità nell’uso delle risorse immaginative che la lingua gli mette a disposizione. Questi gli elementi che caratterizzano l’album del cantautore bolognese.

Per Maurizio Costanzo i primi passi nel mondo della musica risalgono a molti anni fa: dopo il diploma in Conservatorio a Vibo Valentia e la laurea all’Università di Bologna inizia la carriera di musicista classico. Decide negli anni poi di affiancare l’attività di giornalista, scrivendo per diversi quotidiani nazionali e curando per la casa editrice, Kore Edizioni, riviste di design e architettura.

Ma l’ideazione e la scrittura del disco inizia subito dopo la pandemia. Un incontro casuale con Roberto Costa (importante figura di riferimento della musica leggera italiana). Un invito nel suo studio. L’ascolto dei brani ancora abbozzati. Qualche incontro al bar. Un paio di telefonate per chiarire bene il progetto. E via. Si parte con questa nuova avventura. «Quando Roberto, dopo i nostri incontri, mi contattò per dire che avrebbe collaborato alla produzione dell’album fui colto da una felicità improvvisa. Ero consapevole della grande occasione che mi veniva offerta: entrare in uno studio di registrazione e lavorare con l’arrangiatore e collaboratore storico di Lucio Dalla, Luca Carboni, Mina, Gianni Morandi».

Sono otto le tracce registrate da Costanzo per questo nuovo viaggio musicale. La prima è “Tutto quello che rimane”: un brano che riflette sulla capacità di comunicare e mettere al centro delle nostre attenzioni le relazioni sociali. Ma molto spesso non ci si riesce e così tutto quello che rimane da mostrare agli altri sono solo le nostre facce.

In “L’ultimo giorno” le parole del testo ci suggeriscono di prendere strade laterali rispetto a quelle che solitamente percorriamo con la mente e i nostri pensieri. Allontanarci, insomma, dalle consuetudini giornaliere per vivere sempre come se fosse l’ultimo giorno. «Forse per vivere meglio bisogna fare qualcosa per gli altri», racconta Costanzo. «Dobbiamo condividere nuove esperienze, riuscire a “digerire” tutte le bugie che ci circondano, cercare di cancellare l’odio “stringendoci la mano”. Ma per farlo dobbiamo renderci conto che abbiamo un influsso diretto sulla nostra vita. Allora godiamocela ogni secondo e minuto della giornata, come se fosse, appunto, “l’ultima”».

“Aspettando amore ”, l’ultimo brano del disco, è quello più malinconico. Racconta come è facile arrivare al punto di perdere l’equilibrio interiore se manca l’amore. «Credo che abbiamo bisogno di regole e vincoli affettivi per dare continuità e serenità al flusso dei nostri giorni. Come dico nel testo, infatti, tutti nella propria vita hanno momenti in cui aspettano l’amore: una casalinga, un bambino sui banchi di scuola, una nonna alle prese con i ricordi che si sbiadiscono o un prete sull’altare. Nessuno sfugge a questa regola. E per amore non intendo necessariamente quello tra uomo e donna, ma qualsiasi tipo, anche platonico».

Questa la tracklist dell’album di cui Maurizio Costanzo è unico autore, sia dei testi sia della musica.

  • Tutto quello che rimane
  • Cercami
  • Mi perdo in un bicchiere
  • Biancaneve
  • Mia madre ha il Parkinson
  • Come in una favola
  • L’ultimo giorno
  • Aspettando amore

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